Sanremo


 
La Spaghetti Records, la casa discografica dei Decibel, era stata creata da tre vecchie volpi della discografia italiana: Sandro Colombini, Shel Shapiro, e Silvio Crippa.

Sandro Colombini era il produttore italiano di maggior successo di quegli anni: produceva tutti gli album di Lucio Dalla, di Edoardo Bennato, della Premiata Forneria Marconi, di Antonello Venditti, e di un sacco di altri artisti di successo.
Shel Shapiro era stato il leader dei Rokes, il gruppo inglese che stabilitosi in Italia negli anni sessanta aveva pesantemente influenzato la nascita del “beat” nostrano con brani come “Bisogna saper perdere”, “Scende la pioggia”, “Ma che colpa abbiamo noi”.
Silvio Crippa aveva nel suo paniere artisti meno rinomati ma era un abile manager e un produttore esecutivo senza pari. Sebbene in sala con i Decibel ci fosse sempre Shel Shapiro, Silvio Crippa si occupava di tutto il resto, e aveva finito per legare moltissimo con il gruppo che lo stimava e lo considerava un amico.

I Decibel avevano trascorso l’estate del’79 a preparare i brani per il nuovo album e a settembre il lavoro poteva dirsi terminato. Quando lo fecero ascoltare ai loro discografici, Silvio Crippa e la moglie Daniela, che lavorava anche lei per la Spaghetti, furono i primi a entusiasmarsi, insieme a Shel Shapiro.. I Decibel rientrarono in sala d’incisione a Novembre del 1979 e ci rimasero più o meno continuativamente per tre mesi, a realizzare con Shel Shapiro un album curato nei minimi particolari, che prese il nome di “Vivo da Re”. Nel frattempo alcune cose erano cambiate, prima fra tutte la fuoriuscita di Tommy Minazzi, il batterista quindicenne che non era mai riuscito a legare col gruppo, e in particolar modo con Enrico Ruggeri. Il suo posto fu occupato da Walter Calloni il giovane batterista della Premiata Forneria Marconi, che in precedenza aveva suonato con Lucio Battisti.
Decibel - Silvio Capeccia - Fulvio Muzio
A poco a poco prese forma l’idea di far partecipare i Decibel a Sanremo, cosa che all’inizio sembrò ai componenti del gruppo semplicemente assurda, ma che progressivamente venne accettata come un’idea provocatoria e una sfida divertente, anche perché si seppe che alla manifestazione avrebbe partecipato anche il gruppo (definito rivale dalla stampa) degli Skiantos
A gennaio del 1980 i Decibel iniziarono le qualificazioni per il festival di Sanremo nella sezione giovani. Per quell’anno il regolamento prevedeva che dopo le qualificazioni, i giovani e i big convergessero in un’unica categoria e che se la vedessero per la finale ad armi pari. Gli Skiantos caddero alla prima manche, probabilmente vittima della preoccupazione diffusa tra gli organizzatori di un sodalizio con i Decibel teso a profanare la serata finale con gesti e atteggiamenti sconvenienti. In questo senso il titolo della canzone proposta dagli Skiantos, “Fagioli” era emblematico. I Decibel invece non solo si salvarono ma vennero presto “adottati” dal patron Gianni Ravera che si era innamorato di Contessa. Anche il nuovo look “dandy”della band, con camicia bianca e cravattina nera, ispirato a Costello e ai Knacks di “My Sharona” servì allo scopo in quanto era interpretato dai media come atto di ripudio da un passato scellerato, mentre non venivano colti gli aspetti ironici e di citazione rock. Il libro “L’Italia di Sanremo” di Gianni Borgna descrive l’atmosfera di quel festival: “Nel 1980 cade il trentennale della manifestazione e l’interesse per Sanremo ha come un sussulto. Articoli saggi, elzeviri: anche gli intellettuali paiono interessarsi nuovamente alle vicende del festival…Le canzoni però continuano a essere decisamente brutte. ..L’unico pezzo di un certo interesse lo presentano i Decibel…Impostisi da un paio di anni come gruppo punk italiano, i Decibel hanno abbandonato presto questa strada per un rock più libero e ricco”.
Quell’anno vinse Toto Cotugno con “Solo noi”, mentre “Contessa” si classificò al quarto posto, un grande risultato per una formazione proveniente dalla sezione “giovani” e con quelle credenziali!


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